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Mascherine non certificate, BLS in prima linea con Politecnico di Milano e Regione Lombardia per analizzarne la qualità

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Secondo il parere di alcuni virologi, anche a emergenza finita sarà importante indossare mascherine e dispositivi di protezione nei luoghi pubblici, modificando le nostre abitudini di vivere in comunità.

Questo pone non solo un problema di approvvigionamento di dispositivi di protezione delle vie respiratorie, ma anche la garanzia della loro efficacia protettiva.

 

Grazie al suo know how e alla sua esperienza BLS, azienda italiana specializzata al 100% nella produzione di dispositivi di protezione delle vie respiratorie e attiva in questo settore da oltre 50 anni, è stata scelta dal Politecnico di Milano in qualità di partner tecnico di Polimask. Il progetto ha il compito di verificare che le tante mascherine prodotte oggi da aziende del territorio che hanno riconvertito le loro produzioni per far fronte alla grande richiesta di dispositivi di protezione abbiano i requisiti tecnici per svolgere una reale funzione protettiva.

 

“Il progetto coordinato da Politecnico di Milano, assieme a Regione Lombardia nasce dalla necessità di verificare che i prodotti di protezione in circolazione, pur se non certificati o sfruttando le vigenti deroghe sulle autocertificazioni, rispettino determinati requisiti e norme a tutela della salute delle persone”, spiega l’Ing. Pier Paolo Zani, amministratore delegato di BLS S.r.l.
Non tutte le mascherine sono uguali: soprattutto quelle destinate a personale medico e sanitario, le persone più esposte a possibili contagi, devono avere determinate caratteristiche tecniche, a livello di materiali, di manifattura e di capacità filtrante dell’aria.

Un lavoro, quello del team Politecnico – Regione Lombardia – BLS, che sta diventando un modello di riferimento anche per altre regioni ed università Italiane.

 

Anche per questo, BLS mette in guardia dalle mascherine autoprodotte o realizzate senza alcun controllo o certificazione: “Le mascherine realizzate con un tessuto non filtrante ma traspirante – come può essere ad esempio il cotone – e cucite con il filo che buca il tessuto stesso, rischiano di creare un effetto placebo drammatico e di aumentare il rischio: chi le indossa è convinto di essere protetto e di conseguenza non prende alcuni accorgimenti o attenzioni, ma in realtà non ha alcun tipo di barriera nei confronti del virus”.

 

Proprio per soddisfare, per quanto possibile, la richiesta di mascherine certificate CE per protezione da virus e batteri, la stessa BLS ha avviato un piano di produzione su 24h per i prossimi mesi, passando da 2 a 3 turni lavorativi e assumendo oltre 30 nuove persone. Inoltre, ha adattato e dedicato a Regione Lombardia 3 linee produttive, attive su tre turni 24×7, per realizzare – con macchinari progettati e ingegnerizzati internamente da una equipe tecnica – mascherine FFP2 e FFP3, le più richieste in questo momento e necessarie nei reparti di terapia intensiva e subintensiva.

 

Come proteggere le vie respiratorie dai Coronavirus

È importante che i medici, il personale sanitario e in generale tutte le persone che hanno a che fare con malati Covid-19 indossino maschere monouso con livello di protezione FFP2 o FFP3 senza valvola di espirazione.

Perché sia efficace è fondamentale che il dispositivo di protezione delle vie respiratorie si adatti bene e venga indossato correttamente sul viso per garantire una tenuta ottimale. I prodotti BLS sono certificati come DPI secondo lo standard EN 149:2001+A1:2009 in classe FFP2 e FFP3 e corrispondono alle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS); inoltre i respiratori BLS sono marcati CE secondo il Regolamento Europeo (UE) 2016/425 (Dispositivi di protezione individuale).

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