Piccole donne
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Piccole Donne: Greta Gerwig riporta le sorelle March al cinema

Tempo di lettura: 4 minuti

Le Piccole Donne sono tornate al cinema. Non è che ci siamo un po’ stancati delle sorelle March? In effetti questo sarebbe il sesto adattamento cinematografico del famosissimo romanzo di Louisa May Alcott, senza contare le serie tv e gli anime. Eppure la risposta è no. No, non ci siamo stancati. Non ne avremo mai abbastanza delle Little Women. Tutto grazie alle pagine della Alcott, che ha saputo raccontare una storia ancora moderna e attuale

La trama molto probabilmente la conoscono tutti. Negli Stati Uniti devastati dalla guerra di secessione, le sorelle March vivono le gioie e i dolori della vita domestica. Mentre il loro padre è impegnato a combattere e la loro madre ad aiutare i più bisognosi, Meg, Jo, Beth e Amy affrontano la loro adolescenza, tra litigi, complicità, recite, musica, amicizie e malattie. Le loro avventure proseguono in Piccole donne crescono, dove le sorelle affrontano l’ingresso nella vita adulta, anche essa piena di amore e sofferenza. 

Greta Gerwig: regista e sceneggiatrice

Nulla di nuovo fin qui. Ma è a questo punto che entra in gioco Greta Gerwig, giovane regista e sceneggiatrice della pellicola. Con questo film la Gerwig dimostra tutto il suo talento, sia dal punto di vista registico, sia da quello della scrittura. La scelta della Gerwig è stata quella di raccontare la storia senza seguire l’ordine cronologico degli eventi raccontati nel romanzo: l’adolescenza e l’età adulta delle sorelle vengono raccontate in parallelo, con continui salti temporali avanti e indietro.

I dialoghi della Gerwig hanno ritmi serrati, incalzanti. Ai personaggi bastano poche parole: nei momenti più emozionanti le battute sono degli schiaffi al cuore, grandi verità, spesso dure e difficili da accettare, che fanno riflettere lo spettatore. La Gerwig riesce a mantenere alto il coinvolgimento emotivo, alternando risate e lacrime, sorrisi e singhiozzi. La sua regia guida il pubblico con dettagli, rallenty e piani di ascolto: tutto è importante, anche chi o ciò che non è strettamente coinvolto nell’azione.

Le sorelle March

Le sorelle March sono il cuore pulsante degli avvenimenti e le loro interpreti hanno colto appieno le loro variegate personalità. 

Senza infamia e senza lode, Emma Watson interpreta Meg, la sorella maggiore. Matura e coscienziosa, Meg, figlia della sua epoca, sogna il matrimonio, la famiglia e la scalata sociale. Grazie all’amore mette da parte la vanità e il desiderio di ricchezza, realizzando che non c’è nulla di più prezioso dell’affetto delle persone care. 

Eliza Scanlen è Beth, la sorella più mite e timida. Beth adora la musica e le sue bambole. Fatica a socializzare ma ha un grande cuore e, come i suoi genitori, è molto altruista. La sua grande forza interiore la aiuterà ad accettare il suo destino. 

Amy, la più piccola, è interpretata dalla splendida Florence Pugh. Amy è uno dei personaggi più esplorati in questa pellicola. Vivace, viziata e dispettosa, Amy soffre la sua condizione di eterna seconda, oscurata dalla sorella Jo. Nel suo viaggio in Europa maturerà profondamente, dimostrandosi saggia, forte e ambiziosa. 

Soirse Ronan è una perfetta Jo, la protagonista. Anticonformista, determinata, solare e un po’ sgraziata. Sogna di fare la scrittrice e non pensa assolutamente al matrimonio. Maschera le sue fragilità e le sue debolezze con un carattere aggressivo e irascibile, che la porta ad allontanare chi la ama. 

Il resto del cast

A completare il cast ci sono: Laura Dern, che interpreta la dolce e generosa signora March, detta Marmee, Timothée Chalamet, che interpreta un riuscitissimo Laurie, Louis Garrell  e James Norton, rispettivamente nei panni di Friedrich Bhaer John Brooke. Il signor Laurence, nonno di Laurie, è un ottimo Chris Cooper e la sempre strepitosa Meryl Streep è Marge, la ricca e odiosa zia delle piccole donne.

Il femminismo ai tempi della guerra di secessione

Tra i vari temi trattati all’interno della storia, il femminismo è sicuramente quello più approfondito. Alla fine dell’Ottocento, infatti, la donna non aveva grandi possibilità di realizzazione personale: si doveva sposare. Possibilmente con un buon partito. Il romanzo della Alcott ha permesso alla Gerwig di affrontare la tematica da più punti di vista, attraverso le parole delle sue protagoniste.

Basti pensare all’esilarante dialogo tra Jo e zia Marge:

“Ti dovrai sposare bene, Jo.”

“Ma tu non sei sposata, zia Marge.”

“Che c’entra? Io sono ricca!”

Lo stesso concetto emerge dall’intenso dialogo di Amy con Laurie, quando la ragazza afferma di non potersi permettere il lusso dell’amore. Il suo discorso è da standing ovation.

 

Sfumature d’amore

In una storia di formazione non può mancare l’amore, anche lui declinato nelle sue tante sfaccettature. 

C’è l’amore di una madre per le figlie, incondizionato. Marmee ama allo stesso modo tutte le sue piccole donne. In alcune si rivede in altre fatica a riconoscersi fino in fondo. Il suo affetto le sostiene, le guida e le protegge. 

C’è l’amore romantico, che porta gioia e dolore. A volte è ricambiato, altre no; spesso è desiderato, ma qualcuno lo vuole evitare; può essere una piacevole scoperta, che lenisce una ferita passata, oppure un’epifania inaspettata, che spaventa. 

Infine c’è l’amore tra sorelle, un legame indistruttibile, che però bisogna coltivare. Le quattro piccole donne, così diverse ma così unite, apprenderanno ciò con il tempo. Nella vita vivranno litigi, incomprensioni, separazioni e tragedie, ma basterà loro uno sguardo per ritrovare quella complicità che solo le sorelle possono avere, e in un attimo torneranno bambine, nella loro soffitta, tra giochi e recite, senza pensieri, senza preoccupazioni.

Andate a vedere Piccole Donne

Sebbene esistano altre versioni, anche esse belle ed emozionanti, il film di Greta Gerwig è assolutamente da vedere. Realizzato egregiamente dal punto di vista tecnico, con un cast spettacolare e di grande talento, Piccole Donne emoziona, commuove, fa riflettere e riempie il cuore. Correte al cinema, immediatamente!

CONSIGLIATO: Sì, sì e ancora sì

VOTO: 9/10

Sara Tocchetti

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