È in arrivo il flop elettorale per il Movimento Cinque Stelle e il capo politico si dimette
Fino a questa mattina le presunte dimissioni di Luigi Di Maio dall’incarico di capo politico del Movimento Cinque Stelle erano solo uno scoop de Il Fatto Quotidiano poi smentito dall’interessato. A quanto pare però il quotidiano diretto da Travaglio aveva ricevuto l’indicazione giusta. Da oggi Di Maio non è più il capo politico del suo Movimento.
La motivazione ufficiale della rinuncia è il gravoso impegno da ministro degli Esteri che non permetterebbe a Di Maio di svolgere appieno l’incarico direttivo nel Movimento Cinque Stelle.
Questa la spiegazione ufficiale che va però affiancata a diversi elementi che stanno delineando una vera e propria crisi del partito fondato da Beppe Grillo.
Di Maio, va ricordato, è stato l’autore dell’identità moderata del Movimento: è il volto su cui sta meglio il doppiopetto e questo, a cominciare dal noto giornalista ed ex Senatore Cinque Stelle Gianluigi Paragone, ha provocato forte dissenso. In particolare in Parlamento il gruppo pentastellato ha perso diverse decine di elementi.
La seconda e più importante motivazione è la previsione di un risultato negativo in Emilia-Romagna e Calabria. Di Maio sollevò perplessità sulla candidatura del Movimento Cinque Stelle in questa tornata elettorale. Per un attimo si parlò perfino del sostegno a Stefano Bonaccini contro l’avanzata della Lega che si trova in un momento storico favorevole.
Poi però la base scelse per una candidatura indipendente. Proprio nel territorio sul quale il Movimento Cinque Stelle è nato rischia di ricevere la certificazione della sua scomparsa.
Queste sono le motivazione della scelta di Luigi Di Maio: tutte politiche e che non hanno nulla a che fare con il carico sicuramente molto gravoso della guida della Farnesina. Visto lo stato dei fatti si potrebbe obbiettare a Di Maio come si stia comportando “schettinamente” abbandonando la nave mentre sta affondando e come stia commettendo un erorre che lo danneggerà.
Intanto è stato già fatto il nome di chi occuperà il posto del capo politico: il Senatore Vito Criimi. Con lui sorgono molti interrogativi: l’anima governista sarà conservata?. Il risultato che arriverà domenica potrebbe essere la scossa per il ritorno alle origini. E se questo davvero avvenisse il governo Conte due sarebbe in pericolo.