La bottega delle fragilità – racconto breve
-Le dico che era già rotto.
-Impossibile, signore. Esaminiamo scrupolosamente la merce prima di venderla.
-È evidente che si sbaglia. E poi, insomma, non è coperto da garanzia?
-Sarebbe stato coperto da garanzia, signore, se lei avesse accettato di sottoscriverne una. Ma sembrava così sicuro di sé.
Io, sicuro di me?
-Insomma, posso parlare con un responsabile?
-È qui, di fronte a lei.
-Ma lo guardi bene! Gli ho applicato anche una pellicola protettiva, appena arrivato a casa!
-Senza offesa, signore, ma questa pellicola può utilizzarla al massimo per conservare gli alimenti.
-Fa dell’ironia, adesso?
-Sì, perché non posso fare il mio lavoro. Guardi la fila che si è creata dietro di lei.
-Non m’interessa, che aspettino. Sa quanto mi è costato questo prodotto?
-Certo. Lavoro qui.
Rilassati. Sta’ calmo. Tutto si risolverà.
-Ascolti, io con quest’affare ci lavoro. Mi è indispensabile.
-Immagino.
-Lo osservi bene. Ecco, proprio qui. Guardi quanti graffi!
-Li vedo, certo chi li vedo. Dev’essere proprio una persona sbadata, lei.
Un altro sbadiglio e gli spacco la faccia.
-E i graffi non giustificano il guasto, comunque. Non ha mai funzionato bene. Dall’accensione notavo ci fosse qualcosa di strano.
-Ha idea di quanto sono delicati questi aggeggi? Basta un graffio, una presa un po’ più forte e… tac! Il guaio è fatto.
-Sono una persona estremamente attenta. Non mi sarebbe mai potuto sfuggire dalle mani, dopo tutto ciò che ho sborsato.
-Ha finito?
-No… insomma, mi ascolti! L’ho usato una sola sera, per giunta.
-E cosa ci ha fatto, se posso chiedere?
Questa, poi! ‘sto tipo se le cerca.
-Non sono affari che la riguardano, se permette.
-Ascolti: da venditore le dico che questi danni non possono che essere dolosi. Ma da uomo le chiedo, insomma, non è che lei per caso lo ha usato per…
Mi sorride compiaciuto.
-Ma come si permette! Pensare queste cose di me. Davanti a tutti! Dovrebbero licenziarla.
-Sa quanti tipi come lei vedo ogni giorno, signore? Decine. Decine di persone che cercano di propinarmi la solita storia:
questo prodotto era già rotto,
l’ho dato un attimo in mano al mio bambino,
non si è mai acceso,
me ne hanno regalato uno uguale.
Uno mi ha persino detto che gli è stato rubato da una prostituta mentre era intento a cercare i soldi nel portafogli.
Insomma, adesso le chiedo: vuole davvero farmi credere che io gliel’abbia venduto già graffiato, e che lei non ne abbia fatto un uso improprio?
Non so cosa rispondere. A cosa stavo pensando mentre utilizzavo questo maledetto affare? Che mi sia davvero caduto dalle mani?
-L’ho usato per una sola sera, glielo giuro.
-E io le credo, amico mio. E…?
Ora ricordo: lenzuola stropicciate.
-E forse ne ho fatto un uso un po’ più prolungato. Ma cavolo, la batteria di questi aggeggi non dovrebbe surriscaldarsi così facilmente!
-La tecnologia dà, la tecnologia toglie. Quello che ha tra le mani è un gioiellino evoluzionistico, ovvio che non possa non avere dei difetti. Stava dicendo…?
Ora ricordo: gemiti soffocati in un sorriso.
-E forse l’ho gettato distrattamente sul comodino.
-Ma funzionava ancora, non è vero?
Sì, diavolo. Non aveva mai funzionato così bene.
-Credo… credo di sì.
-Ma poi ha iniziato a vibrare in modo strano. Ho indovinato?
Ora ricordo: abbracci in cui abitare.
-Sembrava impazzito, giuro! Ed era bollente. Così ho attivato la modalità di risparmio energetico.
-Una mossa intelligente.
-… che non è servita a niente. Dopo un po’ ha iniziato ad inviare messaggi senza senso. Era posseduto.
-Del tipo?
Io nella tua schiena mi ci perdo.
-Non ricordo. Ma non è importante.
-Se lo dice lei. Dunque, ha cercato di fare un backup e di ripristinare i dati di fabbrica?
-Se ci ho provato? È stata la prima cosa che ho provato a fare.
Niente, non riesco a cancellare niente.
Né un odore, il tuo.
Né i graffi, i miei.
-Suppongo che poi il dispositivo non abbia dato più segni di vita.
Un biglietto sul letto. Una grafia da bambina tra dita di donna.
-Non si è più acceso. Mai più.
-Dunque?
-Sì, mi è caduto dalle mani. C’erano schegge dappertutto.
-Ecco.
-Ecco? Tutto qui? E io ora cosa dovrei fare?
-Come le ho detto, signore, il suo dispositivo non è coperto da garanzia.
Sono spiacente. Ed anche molto annoiato.
-Questa è una follia. Non mi vedrà mai più nel suo negozio! Trattare così un cliente abituale, poi. Le farò una cattiva pubblicità, ne può stare certo!
Sono furioso. Sbatto la porta.
È una vergogna.
Non fabbricano più i cuori di una volta.
Giuseppe De Filippis