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Ronaldo furioso: sindrome di Peter Pan o figura di m…?

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Dall’umore degli dei, spesso dipendevano le sorti di guerre, raccolti e salute del popolo. Cristiano Ronaldo si avvicina parecchio alla figura di una divinità ma è umano. Nonostante la continua propaganda sul suo fisico bestiale e la professionalità estrema con cui si dedica ad ogni campo della sua vita, anche lui è fatto di sensi ed emozioni. In Italia è stato necessario aspettare poco più di un anno, quando una settimana fa, in occasione di Juventus – Milan, una sostituzione lo ha fatto esplodere.

Gli indizi di Valencia

In realtà, già nel 2018 Ronaldo aveva fatto intuire la fragilità dei suoi nervi. Era capitato in occasione del match di Champions League contro il Valencia. All’epoca l’arbitro lo aveva espulso per una “carezza” all’acconciatura di Murillo. Rosso eccessivo forse ma, soprattutto in Europa, il regolamento non tollera comportamenti simili: espulsione e psico-dramma per il campione portoghese. Arrivato per fare la differenza in una competizione in cui la Juventus ha spesso e volentieri problemi, Cristiano era stato costretto ad abbandonare i compagni anzitempo. Il suo pianto sommesso aveva però colpito. Il cyborg del pallone, analitico ed instancabile nel dedicarsi al calcio, aveva dei sentimenti.

Il terremoto col Milan

A distanza di una settimana o poco più, l’eco del cambio nella partitissima con i rossoneri – poi fruttuoso per la squadra grazie al gol vittoria di Dybala –, è stato attenuato solo dalle gare di qualificazione agli Europei del 2020. Oltre a guidare il suo Portogallo, Ronaldo è arrivato a quota 99 per quanto riguarda le reti segnate con i rosso-verdi. Record e ticket per il torneo dell’anno prossimo che, a dire il vero, rappresentano solo un velo steso sulla rabbiosa reazione nell’ultima di campionato, caduto dopo la partita contro il Lussemburgo: “Nelle ultime tre settimane ho avuto un rendimento limitato. Ho tentato di aiutare la Juve giocando anche se ero infortunato. Capisco però la decisione, perché non stavo bene”.

Una confessione incubata 7 giorni, nutrita da dubbi, silenzi, ironie ma, alla fine, arrivata. Cristiano Ronaldo è un uomo, come noi. Magari non tutti gli uomini hanno addominali, Georgina e parco macchine alla sua altezza ma anche CR7 rientra nella schiera degli esseri umani. Quelli baciati dal talento e dal successo ma a volte costretti a fermarsi a causa di qualche acciacco. Quelli che fanno ancora i capricci, sbattono i piedi e dicono no. Quindi più bambini che adulti in questo caso. Sindrome di Peter Pan dai: suona meglio.

Luca Villari

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