Greta Thunberg
Società

Greta Thunberg: burattina o bambina vera?

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Bullismo senile, ciò di cui è vittima Greta Thunberg. Questa patologia è una micidiale combinazione tra la tipica demenza che colpisce gli anziani e quella prepotenza endogena espressa dai giovani di una volta ma che riaffiora quando, sempre invecchiando, si ritiene tutto dovuto ed ogni opinione legittima. “Perchè io ho fatto la guerra, io ho lavorato, io ho studiato, io ho fatto il ’68, ai miei tempi erano legnate e sberle”. Vittime lo siamo o lo siamo stati un po’ tutti, in famiglia, a lavoro per esempio. Eppure l’aggressività con cui questa malattia sta contaminando i critici di Greta, ha una violenza nuova.

Greta Thunberg: mocciosa o attivista?

Una bambina, Greta è questo. Come tutti i teenager che crescono, racconta, crede e ribadisce l’ovvio. Perchè pochi anni di vita significano meno esperienza ma significano anche estrema chiarezza nel linguaggio e nei toni. “Salvare il mondo, combattere i cambiamenti climatici, mettere dei fiori nei nostri cannoni”, bla bla bla. Tutte cose già sentite eppure stavolta è diverso. Una ragazzina è riuscita ad attirare l’attenzione su un problema che per molti non esiste. È riuscita a far sentire in colpa quelli che buttano il vetro nell’umido o le cartacce per terra. Minuzie? Probabile ma se aiutano dov’è il problema? Greta è riuscita a riaccendere i riflettori sulle questioni legate al clima, è riuscita dove altri avevano fallito. Seppur per moda, che male c’è nell’acquisire un’etica ambientalista?

Grandi che sfidano i piccoli

Cambiamenti climatici ed inquinamento. Temi trattati da luminari, professori, attivisti del passato che non sono mai riusciti a fare troppa breccia nel cuore dell’opinione pubblica. Ora che del clima se ne parla, il risentimento è uguale. È la rabbia per non essere stati ascoltati ed aver fallito. Sembra la scena in cui Checco Zalone schernisce un suo rivale: “Voleva vincere lui”. Effettivamente ha vinto un’outsider, una ragazza senza troppa storia è riuscita a farsi ascoltare. E ancora una volta, gli adulti tendono a seppellire, a sminuire e a ridicolizzare. “Non si affrontano così i problemi, siamo all’ideologia dell’incompetenza”, “le masse seguono da sempre dei pazzi, come Stalin e Hitler”. A quest’ultima lista Mussolini ma con l’età si tende a dimenticare.
Greta non risolverà un bel niente, la retorica trionfalista dei media e dell’industria fintamente perbenista la investiranno, lusingheranno e distruggeranno forse. Si scoprirà che è pagata dai lobbisty green, che ha la tessera Bilderberg, che veste Lacoste, ribadiranno che è vegana. Tutto ciò forse o anche sicuramente, se i grandi non cominceranno a fare qualcosa, a migliorare la situazione, rimettendo in riga Greta e relegandola di nuovo all’anonimato.
“È fattuale”.

Luca Villari

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