Quando si parla di bullismo, in epoca contemporanea, viene in mente il fenomeno dei leoni da tastiera: offendono, insultano, minacciano una persona solo per il gusto di poterlo fare o per scaricare, forse, una rabbia interiore. Il bullismo, comportamento violento, fisico o psicologico, ripetuto nel tempo nei confronti di un individuo, spesso, debole e vulnerabile, è un fenomeno che provoca più danni di quelli che si possano immaginare.
Con l’evoluzione di Internet, questo comportamento si proietta e si amplifica anche in rete. Si parla allora di cyberbullismo: la protezione dello schermo e, a volte, anche l’anonimato facilitano questi atteggiamenti. Con un monitor davanti ci si sente potenti, non si guarda negli occhi l’altro. Non c’è la percezione che dall’altra parte ci sia un essere umano in carne ed ossa con sentimenti.
Sono tante le persone vittime di attacchi e violenza online.
Un caso recente è quello della Ministra Teresa Bellanova, attaccata per il suo titolo di studio e per l’abito indossato durante il giuramento dei Ministri. I cosiddetti haters sui social spesso si attaccano all’aspetto della persona: se quest’ultima non corrisponde agli standard sociali è ancora più attaccabile e allora ecco che i leoni da tastiera si sbizzarriscono e vomitano tutto il loro odio in rete.
Ancora, recentemente Michela Murgia, scrittrice e attivista per i diritti delle donne e contro la violenza di genere, ha subito violenti attacchi d’odio in rete ad opera di leoni da tastiera a cui non piace una donna, grassa per giunta, che combatte il patriarcato, è antifascista e difende i migranti. Ecco che anche per lei gli insulti più gettonati sono legati all’aspetto fisico e al suo lavoro.
La potenza che dà il sentirsi protetti da un monitor cade nel momento in cui queste persone vengono affrontate direttamente. Viene in mente quello che fa Selvaggia Lucarelli che chiama e affronta di petto chi riversa la propria rabbia su di lei. Nella maggior parte dei casi, questi haters non hanno il coraggio di ripetere ciò che hanno scritto o addirittura si scusano. A riprova del fatto che lo schermo dà protezione e le persone si sentono più forti, ma una volta affrontate direttamente la loro maschera cade.
Il tempo dell’odio online ha i giorni contati
Il mondo dell’internet è ormai pieno di quest’odio e rabbia. La campagna #Odiareticosta è nata per rendere Internet un posto sicuro e migliore. Il progetto è stata un’idea dell’avvocata Cathy La Torre e della filosofa Maura Gancitano: chi riceve insulti o minacce potrà tutelarsi in sede civile e cercare di ottenere un risarcimento, grazie all’aiuto di un team di avvocati, filosofi, comunicatori, investigatori privati e informatici forensi.
I leoni da tastiera ora dovranno rispondere delle loro azioni, con conseguenze pesanti.