Non è trascorso neanche un mese dall’insediamento del governo Meloni e stiamo già vedendo come potrebbero essere i prossimi cinque anni. Dopo il decreto rave il governo è passato ad occuparsi d’immigrazione, ma con un metodo per niente nuovo e che sembra non risolvere proprio niente.
Il governo Meloni ferma la Ocean Viking: questa la politica per risolvere l’immigrazione
La narrazione che stiamo ascoltando dalla maggioranza di governo vede i blocchi delle navi cariche di migranti come un modo per incentivare l’aiuto dell’Unione europea nella gestione delle migrazioni. La Ocean Viking ne è una delle prime vittime: rimasta in stallo a Catania per giorni e adesso accolta dalla Francia.
Il metodo scelto dal governo Meloni però assomiglia più a una non politica solo in grado di amplificare il problema. Che un governo di destra desideri limitare l’immigrazione è assolutamente legittimo e attiene ad un’impostazione politica; che lo faccia rigettando le navi cariche di persone non lo è. Oltre a un tema di soccorso dovuto c’è un aspetto di gestione del problema senza enfatizzarlo. Chiedere il supporto dell’Unione europea è doveroso evidenziando la posizione geografica dell’Italia, lo si potrebbe fare nelle sedi opportune rispettando la legge del mare.
Quello che sembra fare il governo è invece uno sfruttamento di esseri umani per avanzare richieste politiche. Un po’ diverso e soprattutto controproducente per un ascolto europeo. E un primo irrigidimento è già emerso proprio dalla Francia che, per tutta risposta, ha deciso di chiudere la frontiera di Ventimiglia.
Da Giorgia Meloni ci si poteva aspettare più pragmatismo sul tema dell’immigrazione e meno l’uso di quel metodo per cui Matteo Salvini è ancora sotto processo.
Arriva il primo disegno di legge Cucchi che metterà alla prova la maggioranza
Se l’attività del governo ad oggi lascia a desiderare, in Parlamento arriva un provvedimento atteso da anni; la senatrice Ilaria Cucchi, da ieri vicepresidente della Commissione Giustizia del Senato, ha presentato infatti il ddl per istituire i codici identificativi sulle uniformi degli operatori di pubblica sicurezza e per l’utilizzo delle bodycam.
Due provvedimenti che se approvati farebbero fare all’Italia quel salto atteso da tempo sul fronte dei diritti umani. Sarà interessante osservare l’atteggiamento della maggioranza: capirà che si tratta di una legge a tutela di tutti o partirà la retorica del “partito antipolizia”?
Per quel poco che abbiamo visto da parte di questa maggioranza è facile intuito come non rientrerà nelle prime discussioni. Mai dire mai però: speriamo di essere piacevolmente sorpresi.