Benvenuti ad un nuovo appuntamento con RecenSara, la rubrica di cinema a base di recensioni che esplora il mondo delle piattaforme streaming alla ricerca di prodotti, vecchi e nuovi, da consigliarvi (o sconsigliarvi).
Il protagonista della recensione di questa settimana è il film più costoso della storia di Netflix. Il film in questione è “Red Notice” e il suo budget è di 200 milioni di dollari.
Dopo aver catturato il ladro d’arte Nolan Booth (Ryan Reynolds), il profiler dell’FBI John Hartley (Dwayne “The Rock” Johnson) viene arrestato per il furto di una delle uova di Cleopatra, incastrato da un altro ladro di opere d’arte, l’Alfiere (Gal Gadot). I due si uniscono per impedire all’Alfiere di entrare in possesso di tutte e tre le uova di Cleopatra, in modo da riabilitare il nome di Hartley.
La premessa da fare è che molto probabilmente buona parte del budget è finito nel cachet dei tre attori protagonisti: Dwayne “The Rock” Johnson, Ryan Reynolds e Gal Gadot. Perché questa ipotesi? Perché se si escludono gli attori protagonisti (e anche su di loro avrei qualcosa da ridire) “Red Notice” delude le aspettative perfettamente giustificate, visto il capitale investito. Ma andiamo con ordine.
ATTENZIONE: da qui in poi potreste incappare in SPOILER. Smettete di leggere se non avete visto il film e avete intenzione di vederlo.
Trama scontata e effetti speciali scadenti
La trama è oggettivamente complicata da riportare, a causa dei continui plot twist da cui è formata. Peccato che questi plot twist siano completamente scontati e prevedibili, visto che tutte le volte si tratta dell’ennesimo smascheramento di un doppio gioco. La prevedibilità della narrazione influisce pesantemente nella riuscita del film come action movie, riducendolo all’ennesimo prodotto del filone che, ammettiamolo, ha un po’ stufato.
Se a questo si aggiungono degli effetti speciali e visivi al limite dello scadente, il risultato è un film con un accozzaglia di scene che puntano a dare spettacolo, spesso ai limiti dell’assurdo, con una qualità che fa chiedere dove siano finiti tutti quesi soldi del budget.
Sicuramente non nei VFX.
La scena ambientata in Spagna è probabilmente l’esempio perfetto. In questa scena i personaggi di The Rock e Reynolds sono fatti prigioniere dall’Alfiere e il suo complice di turno nei sotterranei di un arena dove si sta svolgendo una corrida. Il motivo? Non c’è. L’assurdità arriva a compimento nel momento in cui Reynolds e Johnson riescono a fuggire ma si trovano nel bel mezzo dell’arena e vengono attaccati da un toro. Scena totalmente inutile e dalla computer grafica piuttosto deludente. Con un toro peluche e un fondale si poteva fare un lavoro migliore.
Se inizialmente mi chiedevo che senso avesse fare uscire un film d’azione direttamente in streaming, perdendo la possibilità di ammirare sul grande schermo il lavoro fatto, ora ho la risposta. Sullo schermo più piccolo c’è la possibilità che il pubblico non si accorga che i VFX sono stati affidati ad un bambino di dieci anni.
Un trio male assortito
Tutto l’investimento di Netflix è ovviamente impiegato per avere nel cast tre nomi di una certa importanza. Dwayne Johnson è un abbonato al genere visto che non esistono film d’azione che non prevedono la sua presenza. Ryan Reynolds ormai si è assestato sul ruolo, ben riuscito, della spalla comica. Gal Gadot, oltre ad avere una presenza magnetica, ha già dimostrato in passato di cavarsela negli action movie anche e soprattutto per le sue doti fisiche. Sulla carta Netflix aveva un terno secco vincente.
Peccato che non abbia tenuto in considerazione la possibilità che questi tre giganti non funzionassero bene insieme. Da un lato abbiamo la coppia Johnoson-Reynolds che fatica a ingranare, soprattutto per l’incapacità di Johnson di sostenere la comicità di Reynolds. Dall’altro c’è la coppia Johnson-Gadot, plot twist finale tutt’altro che sconvolgente, che riesce a rendere le scene più sensuali quasi imbarazzanti, per non dire disturbanti. Altro che Mr e Mrs Smith.
Niente da fare per Netflix. 200 milioni non sono bastati e “Red Notice” dimostra che il successo del film non può dipendere solamente dal budget e dal cast stellare. Nonostante Ryan Reynolds sia bravissimo in vesti comiche e nonostante le numerose citazioni a film cult dello stesso filone, “I predatori dell’Arca Perduta” in primis.
VOTO: 2/5
Come sempre RecenSara vi dà appuntamento alla settimana prossima con una nuova recensione. Alla prossima!