Classe 1959, Earvin Johnson Jr., conosciuto dal mondo intero come Magic Johnson, è stato e rimane uno dei più grandi giocatori di basket della storia dell’NBA. Nelle sue 13 stagioni con la maglia numero 32 dei Los Angeles Lakers vinse cinque titoli NBA, venendo eletto 3 volte MVP delle Finals, a cui si aggiungono una medaglia olimpica e un titolo NCAA.
Con i suo 206 cm d’altezza rivoluzionò il gioco della pallacanestro: fu il primo giocatore che superava i due metri di altezza a ricoprire il ruolo di playmaker, solitamente ricoperto dagli atleti più bassi e scattanti. I suoi punti di forza? Un perfetto controllo di palla e una visione di gioco che gli permetteva di eseguire degli assist spettacolari, alley-oop e no-look compresi.
In occasione del suo 62° compleanno ripercorriamo la carriera di Magic Johnson attraverso 5 momenti indimenticabili, che rimarranno impressi nella storia, del basket e non solo.
1) Il soprannome “Magic”
Nel 1977, al suo ultimo anno di liceo, Magic Johnson, playmaker della squadra della Everett High School, vinse il campionato statale, battendo i Birmingham Brother Rice. Durante la partita, finita ai supplementari, segnò 34 punti, prese 14 rimbalzi e realizzò 4 assist. Già all’epoca il giovane dimostrava di essere una stella della pallacanestro, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Magic”, che lo ha accompagnato per tutta la sua carriera.
2) La prima volta contro Larry Bird
La rivalità tra Magic Johnson e Larry Bird, così come quella tra Lakers e Celtics, ebbe inizio quando ancora i due frequentavano il college. Nelle finali NCAA del 1979 i Michigan State Spartans di Johnson sfidarono gli Indiana State Sycamore di Bird, MVP della stagione regolare. A portarsi a casa il titolo furono i Michigan State Spartans e Johnson, con i suoi 24 punti, venne eletto MVP della partita.
3) Il “junior, junior, junior sky-hook”
Nel 1987 la finali NBA dei play-off videro sfidarsi per la terza volta in quattro anni i Lakers di Magic contro i Celtics di Bird. La sfida si concluse in gara 6, con i Lakers, che conducevano la serie per 3-2, trionfanti grazie ad un super Johnson da 20 punti, 19 assist e 8 rimbalzi. Il momento da ricordare di queste finali, le ultime in cui Johnson e Bird si sfidarono, è il “gancio cielo” di Johnson in gara 4, a pochi secondi dalla fine. Rubando il gesto atletico al compagno di squadra Kareem Abdul-Jabbar, Johnson mise a segno un canestro spettacolare a due secondi dalla fine aggiudicandosi così la partita.
“You expect to lose on a sky-hook. You don’t expect it to be from Magic.” (Larry Bird)
4) Il primo ritiro
Il 7 novembre 1991 Magic Johnson, in una conferenza stampa, scioccò il mondo annunciando il suo ritiro: aveva contratto il virus dell’HIV. Per l’epoca fu uno scandalo: la poca conoscenza del virus continuava ad alimentare la credenza che il virus colpisse solo i membri della comunità omosessuale e i tossicodipendenti. Il suo uscire allo scoperto fu in un certo senso rivoluzionario: confessando i suoi numerosi tradimenti nei confronti della moglie con altre donne contribuì a dimostrare che la diffusione del virus non dipendeva assolutamente dall’orientamento sessuale. Inoltre il suo parlarne in pubblico permise una maggiore conoscenza da parte della massa della malattia, sottolineando soprattutto la differenza tra l’aver contratto il virus dell’HIV ed essere malati di AIDS.
Il suo ritiro fu solo temporaneo. Nonostante molti giocatori fossero preoccupati del possibile contagio in seguito a tagli e ferite molto comuni sul campo, Johnson tornò a giocare già nel 1992. L’NBA istituì una nuova regola, tutt’ora in vigore, nota come la “Magic Johnson Rule”: un giocatore sanguinante è costretto ad uscire dal campo e attendere che la ferita smetta di sanguinare per poter rientrare.
In seguito alla sua sieropositività Magic Johnson fondò la “Magic Johnson Foundation”, organizzazione a scopo benefico per raccogliere fondi da destinare a programmi che si occupavano della lotta contro la diffusione dell’AIDS.
5) Il Dream Team
Alle Olimpiadi di Barcellona del 1992, per la prima volta nella storia, la nazionale degli Stati Uniti d’America era composta da giocatori professionisti e non più da universitari. Magic Johnson insieme ad altri campioni come Michael Jordan, Larry Bird e Scottie Pippen furono convocati per creare una della squadre più forti di sempre: il Dream Team. Magic e compagni diedero spettacolo alle Olimpiadi vincendo l’oro in finale contro la Croazia (anch’essa con alcuni giocatori del mondo NBA), chiudendo la competizione rimanendo imbattuti.
Buon compleanno Magic Johnson!