La cronaca politica questa settimana ci presenta un quadro piuttosto acceso. Il DDL Zan, che il prossimo martedì approderà al Senato, ha spaccato improvvisamente la maggioranza. Italia Viva ha chiesto un dialogo per modificare il testo passato alla Camera.
Fuori dalla politica parlamentare poi continua a sorprendere il caso di Santa Maria Capua Vetere. Spuntano nuovi filmati e il Partito Democratico ha in mente una commissione d’inchiesta.
DDL Zan: Matteo Renzi, in cerca di visibilità, si sfila e chiede di riaprire il dibattito
Sembrava solo un problema di calendarizzazione al Senato dribblando l’ostruzionismo dell’opposizione. Ma Matteo Renzi ha riaperto la questione chiedendo un dibattito aperto sul DDL Zan che però Italia Viva ha già sostenuto nel voto alla Camera.
Dichiarazioni quelle di Renzi che hanno subito provocato entusiasmo nel Centrodestra con Salvini e Meloni, critici sulla proposta di legge, che adesso potrebbero essere facilitati nell’affossare il DDL Zan.
Sull’improvvisa retromarcia di Italia Viva circolano diverse ipotesi di motivazione. Quella più probabile sta dietro al disperato bisogno di visibilità, unica ragione di vita di Matteo Renzi ma che adesso assume un valore dirimente per il futuro politico del partito.
Renzi dunque si deve creare lo spazio elettorale al momento inesistente e, dopo le critiche vaticane sul DDL Zan, potrebbe voler puntare all’elettorato cattolico-moderato ostacolando l’approvazione della legge.
Il rischio di questa caccia alla visibilità è quello di un grande regalo alla Destra che gradirebbe un affossamento della legge.
Uno stigma certamente poco edificante per un partito che si definisce progressista. Proprio su questo aspetto si è concentrata la reazione di Enrico Letta che ha insistito perché si andasse in aula al più presto creando così un problema a Matteo Renzi.
Da martedì 13 si aprirà quindi la sfida fra Letta e Renzi con in palio una cosa molto preziosa: un provvedimento che potrebbe cambiare la vita a molte persone introducendo una tutela in più per una libertà inalienabile.
Il caso di Santa Maria Capua Vetere continua a inorridire ma la politica non vuole reagire
Se sul DDL Zan il dibattito politico è rovente, sulle violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere sembra non muoversi foglia. Ancora peggio: l’idea del Partito Democratico di una commissione d’inchiesta potrebbe essere proprio la pietra tombale sulla questione.
Sul caso di Santa Maria Capua Vetere infatti la politica non deve indagare: dovrebbe trarne insegnamento intervenendo per una seria prevenzione e per un reato di tortura degno di un Paese civile. I fatti sono fin troppo chiari, serve una consapevolezza politica che provveda alle gravi mancanze sul rispetto dei diritti umani.
Basterebbe la stessa dose di coraggio che il PD sta mostrando nell’iter del DDL Zan non andandosi a infilare nello strumento parlamentare più inutile regalando al Centrodestra la possibilità di ribadire la normalità delle immagini diffuse.
Per entrambe le questioni serve coraggio; ma mentre nel caso del DDL Zan il Centrosinistra appare seriamente impegnato, non sembra altrettanto motivato nel prendere in mano una questione pesante e imbarazzante come la tortura.