Nell’articolo sui 10 film da vedere durante le feste vi avevamo parlato di “Soul“, il 23° lungometraggio Disney Pixar, disponibile dal 25 dicembre in streaming su Disney+. Ecco a voi la recensione.
Il protagonista della storia è Joe Gardner, un insegnante di musica amante del jazz che, a causa di un incidente, finisce nel luogo in cui le anime non ancora nate acquisiscono le loro personalità. Qui Joe fa la conoscenza di 22, un’anima che non ha ancora trovato la sua scintilla, quella passione che la accompagnerà per tutta la sua vita terrena. Riuscirà Joe ad aiutare 22 nella ricerca della sua scintilla?
Non adatto ai più piccoli
La collaborazione tra Disney e Pixar ci ha sempre abituato a storie avvincenti, ricche di riflessioni profonde su tematiche importanti e per nulla banali. Il loro punto forte è sempre stato quello di riuscire ad intrattenere i più piccoli, senza lasciare a bocca asciutta tutti quelli che bambini non lo sono più, dandogli quella morale preziosa a cui spesso le lacrime non resistono.
“Soul“, purtroppo o per fortuna (dipende dal punto di vista), è quasi totalmente privo del lato più infantile, manca di quell’intrattenimento essenziale ai bambini per digerire argomenti ostici e delicati. Il problema risale proprio alle tematiche affrontate da “Soul“: la vita e il suo senso, l’anima e i luoghi metafisici in cui risiede. Concetti troppo astratti, troppo intangibili, difficili da rappresentare, ancora di più da comprendere, specialmente dagli spettatori più giovani. E se questo problema si era già presentato con “Inside out“, qui risulta più evidente, per due ragioni: una gamma di colori un po’ più limitata per rappresentare il luogo in cui le anime vengono “plasmate” e un protagonista un po’ troppo adulto. Per un bambino sarà sicuramente difficile immedesimarsi in Joe, capirlo e, di conseguenza, capire il messaggio del film.
La scintilla
Se agli occhi dei bambini “Soul” sembrerà un po’ noioso, per gli adulti lo schiaffo morale è assicurato. D’altronde la ricerca di Joe e 22 dello scopo della vita, della scintilla, di quella cosa che alla vita da un senso appartiene ad ognuno di noi, ci accompagna ogni giorno, anche se crediamo di avere già la risposta. “Soul” una risposta la dà e ovviamente dovrete vedere il film per conoscerla. E sarà proprio la natura di questa risposta a dare il colpo di grazia ai vostri sentimenti: così semplice da capire, difficile da mettere in pratica.
Conosco una storia che parla di un pesce, che va da un pesce anziano e gli dice “Sto cercando quella cosa che tutti chiamano oceano” “L’oceano? – risponde il pesce più vecchio – è quello in cui nuoti adesso” “Questo? – dice il giovane pesce – questa è acqua, io invece cerco l’oceano” (Dorothea, “Soul“)
Joe è tutti noi (possibile spoiler)
“Soul” per il pubblico adulto funziona perché è a lui che parla. Joe è tutti noi: un uomo che ha passato una vita intera a rincorrere un sogno e si è perso tutto il resto. E sarà un’anima che non ha mai messo piede sulla terra, terrorizzata anche solo all’idea di cominciare a vivere, ad aprirgli gli occhi e a fargli capire che per gioire della destinazione bisogna godersi il viaggio.
CONSIGLIATO: Sì
VOTO: 8,5/10