Quando si parla di “lotta di classe”, “anticapitalismo” e “socialismo” un nome ritorna sempre: Karl Marx.
Filosofo e autore dell’“Il Capitale”, sono infatti pochi a non conoscerlo e a non sapere nulla della sua opera.
Ciò che invece pochi sanno e che Marx non fu solo il padre del “marxismo”, ma anche di colei che prese la sua eredità spirituale: Eleanor Marx, sua ultimo genita.
Eleanor non fu però solo sua figlia.
Fu infatti anche lei un’autrice e si interesso alle questioni trattate dal padre ampliandole verso temi nuovi come la sottomissione femminile nella società del XIX secolo.
Tra le più importanti femministe e pensatrice della sua epoca dunque, ciò non fu sufficiente affinché la sua memoria ciò non fosse perduta.
Oscurata dall’ombra del padre, lei è tra le donne dimenticate dalla storia.
Per questo oggi, per la rubrica “Le donne dimenticate dalla storia”, vi raccontiamo la sua vita.
L’impegno giovanile
Nata nel 1855 a Londra, Eleanor Marx ricevette la sua prima educazione dal padre che crebbe i suoi figli, maschi e femmine, senza alcuna distinzione.
Fu dunque da subito vicina ai temi cari al padre per i quali mostrò un precoce interesse, fino a scegliere di lasciare la scuola (ritenuta patriarcale e oppressiva) a quattordici anni e divenire sua segretaria a sedici.
Si iniziava così a concretizzare il suo impegno politico.
Impegno già mostrato negli anni precedenti con la vicinanza alla causa del “Fenianismo” e che divenne evidente nel 1872, anno in cui sostenne coloro che scappavamo dalla disfatta della Comune di Parigi.
Fu in questa occasione che conobbe il giornalista Prosper-Olivier Lissagaray con cui inizio una relazione la quale fu causa di attriti anche con il padre che inizialmente non approvava.
Fiera e indomita, Eleanor riuscì comunque a portare avanti la sua scelta fino a ottenere il consenso paterno nel 1880.
Allo stesso modo, due anni dopo, decise lei di lasciare l’uomo e in quello stesso periodo avviò anche la sua carriera politica avvicinandosi al primo partito socialista e occupandosi della divulgazione di quelle opere del padre che non erano ancora state pubblicate .
“The Woman Question”
L’opera di Eleanor non si fermò però alla cura o alla discussione di quanto aveva fatto il padre.
Fu lei stessa autrice, ma i suoi scritti, come quelli di molte donne dimenticate dalla storia, non si conoscono.
Fra questi dobbiamo ricordare “The Woman Question”, un trattato pubblicato nel 1886 e scritto assieme al suo compagno di vita: Edward Eveling.
La portata rivoluzionaria di questo scritto è notevole seppur dimenticata.
All’interno di esso infatti Eleanor Marx sviluppa una visione nuova del socialismo, riuscendo (a differenza di suo padre) a dare ad esso un valore universale.
L’oppressione dovuta al capitalismo non riguarda più solo agli operai secondo Eleanor.
L’oppressione riguarda anche alle donne.
Come infatti l’operaio è alienato dal lavoro imposto dal padrone, così la donna è alienata dalla funzione riproduttiva a cui la società la costringe.
Il capitalismo porta entrambi a credere che ciò sia naturale ma ciò non vero.
Questo è, in sintesi, il punto centrale dello scritto di Eleanor, il quale riesce ad entrare quasi chirurgicamente all’interno delle contradizioni della realtà in cui vive.
In esso infatti si denuncia la totale dipendenza giuridica della moglie al marito e si arriva anche a parlare di ciò che il femminismo contemporaneo chiama “doppio standard”.
Eleanor Marx infatti mette in evidenza come le donne non sposate siano quasi delle emarginate all’interno della società mentre lo stesso trattamento non è riservato agli uomini celibi.
L’analisi riesce dunque a porre in luce i punti disfunzionali della società ed è ancora pienamente attuale soprattutto quando si fa riferimento alla necessità di un’educazione sessuale.
Ciò che tutt’ora è un tabù lo era, ovviamente, anche all’epoca ma già allora Eleanor riesce a comprendere la necessità di parlare di tale argomento in modo naturale e afferma, anzi, che ciò migliorerebbe il rapporto tra genitori e figli.
L’importanza di una riflessione rivoluzionaria
Eleanor Marx morì a quarantatré anni.
Le delusioni (soprattutto private) che la vita le diede, la spinsero al suicidio.
Ci lasciò la portata rivoluzionaria della sua opera.
Se il padre infatti era riuscito a comprendere le necessità di una classe sociale, Eleanor Marx riuscì ad ampliare lo sguardo cogliendo le profonde disuguaglianze non solo tra classi ma tra generi.
La sua riflessione ha valore quanto quella del padre.
E per quanto oggi sia tra le donne dimenticate dalla storia, possiamo comunque provare a ricordarla.
Perché se conoscere il “Il Capitale” è importante, altrettanto importante è conoscere “The Woman Question”.