Nelle ultime settimane, nonostante il Sars-Cov-2 circoli ancora in Italia e nel mondo, la sensibilità dell’opinione pubblica sembra essersi spostata leggermente verso i problemi economici provocati dalla pandemia, rispetto all’emergenza sanitaria in sé.
Il lockdown italiano è stato l’antidoto che ha permesso di abbattere, anche se non completamente, la curva dei contagi, ma ha finito inevitabilmente per avere degli effetti abbastanza negativi sul tessuto economico e sociale.
Dal 4 maggio sentiamo parlare di “ripartenza“. Ci sentiamo quasi in dovere di contribuire ad essa: con il nostro lavoro, le nostre scelte quotidiane, i nostri consumi.
È innegabile, uno dei settori che più hanno subito per primi lo smacco della crisi è stato quello della ristorazione.
Per tre mesi gli italiani hanno dovuto rinunciare a consumare i propri pranzi e cene dai propri affezionati ristoratori. E anche a scoprirne di nuovi. Oggi in molti sono tornati al ristorante, rispettando le precauzioni necessarie. Altri invece no, perché il lockdown è finito, ma la crisi è appena iniziata.
È in questo quadro generale che Borderlain.it inaugura una nuova rubrica, nella quale i nostri blogger racconteranno di esperienze culinarie e di ristoranti provati nelle proprie città. Scegliamo di inaugurare questa nuova tipologia di contributi con il piatto in assoluto più rappresentativo della cultura del nostro Paese: la pizza.
Affilate dunque forchette e coltelli, guardatene le immagini e provate, dai nostri racconti, a sentire il profumo delle pizze delle 10 pizzerie “della ripartenza” secondo noi.
N.B. Borderlain.it non riceve alcun compenso dalle pizzerie menzionate.
Le scelte sono frutto delle scelte personali dei singoli autori.
50 KALÒ, Napoli – Consigliata da Nicola e Sara M.
La pizza Margherita è d’obbligo da 50 Kalò, a due passi dal lungomare di Napoli.
Gli ingredienti sono quelli classici, con il tocco da maestro di una pizzeria di prim’ordine: pomodoro pelato biologico, fior di latte di Agerola, Parmigiano Reggiano DOP 24 mesi, olio extravergine aggiunto a fine cottura, basilico.
La forza di questa pizza risiede nel suo impasto, infatti nel gergo dei pizzaioli 50 kalò si riferisce alla lievitazione del pane e il pezzo forte di Ciro Salvo è la leggerezza dell’impasto che garantisce di gustarla ad ogni morso.
PUPELLA, Napoli – Consigliata da Margherita
Davanti al mare, si sa, ogni cibo è più saporito ma la pizza di Pupella non ha bisogno di effetti speciali. Sul lungomare di Napoli, luogo del cuore legato ad indimenticabili emozioni, sono tornata dopo cinque mesi di clausura torinese, per gustare la mia pizza della ripartenza partenopea.
Per essere felici basta poco: una semplice Margherita con bufala servita davanti al mare. E che vvuo’ cchiu’.
STARITA, Napoli – Consigliata da Andrea
Sì, lo ammetto: per quanto riguarda la pizza, come si dice a Napoli, “tengo” i vizi. Ebbene sì, perché per me la pizza è sacralità, famiglia, cultura, senso di appartenenza. È Napoli. E quando voglio fare pace col mondo il mio porto sicuro si chiama Starita, la storica pizzeria del quartiere Materdei.
Nata nel 1901, la pizza di Starita conserva ancora tutto il gusto e la tradizione della vera pizza partenopea.
Soffice, leggera, profumata. La pizza di Starita viene preparata con ingredienti semplici e del territorio. La mia preferita? La Marinara Starita: pomodoro, pomodorino datterino, aglio, origano, basilico e parmigiano. Un’esplosione di sapori che esalta il palato e ti lascia senza fiato. E ho fatto pure la rima.
Per non parlare degli angioletti, straccetti di pasta di pizza fritta accompagnati da pomodorini e rucola. Una delizia.
Insomma, se non siete mai stati da Starita non avete mai mangiato la vera pizza Napoletana.
PIZZERIA VINCENZO CAPUANO, Napoli – Consigliata da Nicola e Sara M.
Nell’eterna diatriba tra pizza tradizionale e contemporanea, a Napoli non esiste scelta sbagliata: che sia l’una o l’altra c’è da stare sicuri sulla bontà.
Se optate per la seconda, non esiste altro posto migliore della Pizzeria Vincenzo Capuano di piazza Vittoria. O, se preferite, in piazza degli Artisti al Vomero e a Pompei (NA).
Per gustare al meglio le potenzialità di questo locale, vi consigliamo la Tarantella: crema di tarallo napoletano artigianale, mozzarella di bufala DOP campana e in uscita ciuffi di ricotta, tarallo sbriciolato, olio extravergine d’oliva e basilico.
FRONNA D’ESTÀ, Pomigliano d’Arco (NA) – Consigliata da Nicola e Sara M.
Nella cornice dei paesi vesuviani, a Pomigliano d’Arco in provincia di Napoli, troviamo Fronna d’Està. Già il nome è una garanzia: in dialetto antico napoletano significa basilico.
Da un nome così semplice e tradizionale deriva un filosofia che mette al primo posto la pizza e che si sposa con l’essenzialità del locale, cui ospita un numero esiguo di persone (la fila fuori al locale è infatti sempre molto nutrita).
Tuttavia, nel periodo post-quarantena, la pizzeria ha organizzato un servizio di prenotazione accurato che tiene conto delle esigenze sanitarie e del singolo cliente. Inoltre, da poco è stato aperto il giardino per ospitare un maggior numero di posti a sedere rispettando il distanziamento sociale.
NON SOLO PIZZA, Cercola (NA) – Consigliata da Pietro
Se ci sono degli standard, delle sensazioni che cerco quando vado per la prima volta in una pizzeria, queste le ho trovate tutte da “Non Solo Pizza“, a Cercola.
In questo locale della provincia di Napoli, la passione per la pizza, prima ancora di assaggiarla, la potete trovare già nel modo in cui il titolare, Vincenzo Scasserra, vi fa sentire come se foste a casa sua.
Dopo aver chiacchierato di lievitazione, di qualità degli ingredienti, di gossip e storie legate al leggendario mondo della pizza nell’hinterland napoletano, decido di ordinare la Verace (ciliegine di mozzarella di bufala Aversana, pomodorini, basilico, parmigiano).
Non c’è stato bisogno di dire quanto mi fosse piaciuta, perché Vincenzo l’aveva già capito da come ho divorato il cornicione.
Per non parlare del fritto, pur essendo un mercoledì pomeriggio ho fatto uno strappo alla regola dal mio Vangelo del fitness e mi sono lasciato consolare dal sapore avvolgente dei crocchè fritti al momento.
I MASANIELLI, Caserta – Consigliata da Nicola e Sara M.
Seconda pizzeria migliore d’Italia del 2019, I Masanielli di Francesco Martucci a Caserta soffia il primato alla città di Napoli in qualità della pizza.
Tra le scelte migliori che potete fare c’è la Quattro pomodori in tre consistenze: pomodorino ciliegino semi-dried, pomodoro datterino giallo e rosso confit, pomodoro lampadina secco aggiunto a fine cottura, base di mozzarella, sopra a crudo primo sale di bufala a cubetti e l’immancabile basilico fresco. La lista degli ingredienti e le parole non rendono onore a questa prelibatezza, alternativa migliore alla Margherita per gustare i prodotti della Campania.
Da non lasciarsi sfuggire anche la Mani di velluto: crema di friarielli in acqua di ricotta di bufala, mozzarella di bufala campana DOP, salsiccia a punta di coltello di suino grigio ardesia, calcagno a crosta liscia, olio evo.
C’è davvero bisogno di specificare che questa sia la pizzeria migliore dalla quale ripartire?
STARITA, Torino – Consigliata da Margherita
Da quando Starita ha aperto la sua sede di Torino, ho iniziato a sentirmi meno lontano da Napoli. Che tu ti sieda al tavolo del locale e venga servito dal simpatico staff napoletano o che apra il magico cartone appena consegnato a casa tua, quello che ti suscita la pizza di Starita a livello emozionale non cambia: sei a Napoli.
E la tua pancia lo sa perché si fa più accogliente e riesci a finirti tutta la pizza, nonostante ci siano farciture importanti.
BIANCO FARINA, Bologna – Consigliata da Pietro
Vivo a Bologna da 5 anni, in cui per la maggior parte delle volte mi sono accontentato di mangiare pizze “per fame”.
Sarà che prima non ne avevo mai trovata una che potesse appagare il mio palato partenopeo. E pure rompiballe, lo ammetto.
Da qualche anno, è arrivata la Pizzeria Bianco Farina, praticamente sotto casa mia. Per capire che valesse la pena provare è bastato pochissimo: il tempo di sentire il profumo di pizza che arrivava fuori al locale e di guardare nel piatto di un cliente. 10 minuti dopo ero già lì con la mia Margherita, che è sempre quella che mi manca di più quando non torno a Napoli per qualche mese.
Adesso Bianco Farina è diventata per me una sicurezza, tanto che quando mi trovo a Bologna faccio veramente fatica a scegliere di sperimentare altro. E Pasquale Penne, il titolare, è diventato una sorta di divinità sotto le torri.
La pizzeria, inoltre, è distante pochi passi dalla Stazione Centrale, dunque la consiglio anche a tutti coloro che dovessero trovarsi in città solo per poco tempo.
LA VECCHIA NAPOLI, Russi (RA) – Consigliata da Serena Zoe
Nata e cresciuta in terra emiliano – romagnola, ho sempre associato alla pizza l’unica immagine da me conosciuta: il disco sottile dal bordo croccante che mi veniva propinato ad ogni dannata cena di classe. Dal mio tono, capirete che non l’ho mai trovata un’esperienza gustativa esaltante, ma mi accontentavo. Ebbene, tutto è cambiato (ma dai?!) la prima volta che ho assaggiato una pizza napoletana: da quel momento non mi è stato più possibile accontentarmi.
Dopo anni votati alla ricerca del cornicione alto e del profumo di pomodoro, ormai stanca e disillusa, ce l’ho fatta: ho trovato la pizza che cercavo. La Vecchia Napoli a Russi (RA) è un piccolo angolo partenopeo nell’entroterra romagnolo. Marianna e Gianluca portano in tavola la tradizione della pizza napoletana con grande passione e attenzione alle materie prime, freschissime e di notevole qualità. Fateci un salto: non rimarrete delusi!